venerdì 4 luglio 2014

Jacqueline Pascarl: Principessa Schiava

Eccomi! Oggi per la sezione LIBRI voglio parlarvi di un’autobiografia dal titolo “La principessa schiava”. Non è la solita autobiografia narrante la vita di qualche personaggio famoso, trattasi invece di una giornalista che scrive del suo tragico passato.
Jacqueline Pascarl, autrice e protagonista, sembra voler dividere il libro in tre parti che seppur con situazioni diverse si collegano tra loro attraverso azioni e conseguenze travolgendo il lettore come se fosse un romanzo giallo.
Ambientato in Australia,  nella prima parte libro Pascarl racconta della sua infanzia e delle sue radici: figlia di madre australiana e padre cinese, i genitori si separano quando Jacqueline non è ancora nata, portando sua madre allo sconforto che piano piano variano da attacchi epilettici, che la piccola Jacqueline e sua nonna hanno poi imparato a controllare, peggiorando poi a problemi psichici di livello patologico che richiedono aiuto psichiatrico. Non in grado di crescere sua nipote e occuparsi di sua figlia contemporaneamente, la nonna decide di far ricoverare sua figlia. Durante l’assenza di questa, Jacqueline trascorre momenti un po’ tranquilli, turbati però dal profondo razzismo locale: infatti ella essendo per metà asiatica viene esclusa dai suoi coetanei e dalle famiglie di quest’ultimi, ancora impreparati ad accettare il “diverso”. Subentrano perciò episodi di bullismo, dapprima raccontati dettagliatamente per poi essere lasciati in sospeso da una situazione ben più importante: il ritorno di sua madre dalla clinica accompagnata dal nuovo compagno  Roger  e una nuova ambizione, essere la famiglia perfetta.  Il concetto di “famiglia perfetta” per Jacqueline è ben diverso da ciò che intendono i due: seguono così un circolo infinito fatto da maltrattamenti fisici psicologici e abusi sessuali imposti da Roger sotto consenso di sua madre. La giovane, ormai in età preadolescenziale, trova ancora una volta conforto tra la braccia di sua nonna nei loro incontri clandestini. Infatti Roger ha allontanato sua nonna e vietato a Jacqueline di poterla vedere.  La convivenza con tali assurdità finisce al compimento dei 16 anni  quando Jacqueline, avendo l’età legale per andare via di casa decide di farsi ospitare da alcune sue amiche. Così finisce la prima parte .
La seconda parte del libro inizia con l’entrata di Bahrim nella sua vita. Bahrim è un giovane principe malese e studente alla facoltà di architettura . Infatuato sin dall’inizio di lei, tenta di corteggiarla in ogni modo con esito di successo, e i due in poco tempo si ritrovano a convivere nella lussuosa abitazione di lui. Pur di renderlo felice, Jacqueline acconsente a ogni decisione di Bahrim senza obbiettare, e lui diventa suo punto di riferimento. Quando il giovane principe le chiede di accompagnarlo in Malesia per conoscere la sua famiglia, il destino di Jacqueline è segnato. In breve i due si sposano secondo la fede musulmana e stabiliscono a Kuala Lumpur nel palazzo di Bahrim. La ragazza deve fare i conti con una vita “non occidentale” e un rigido protocollo reale imposto dal nuovo titolo di principessa e membro della famiglia reale. Le cose iniziano a complicarsi anche nella vita di coppia. Il romantico fidanzamento seguito alla prospettiva di un felice matrimonio prendono però tutt’altra piega: pochi mesi dopo il matrimonio Bahrim rivela la sua natura squallida e  violenta  e Jacqueline diventa la sua vittima principale: umiliata e derisa, teme per lei e i suoi bambini Iddin e Shahirah.
La goccia che fa traboccare il vaso non tarda ad arrivare, la seconda moglie di Bahrim. Nonostante la bigamia fosse legale secondo l’Islam, lui le aveva promesso che mai avrebbe sposato un’ altra e scoperto tutto, Jacqueline disperata perde la speranza di tutto ciò che aveva sognato. La notizia che sua nonna ha avuto un ictus la riporta in Australia, stavolta con i suoi figli.
Una volta tornata in patria, Jacqueline prende una decisione che cambia tutto: ha intenzione di divorziare. Il divorzio peggiora le cose con Bahrim e inizia un’estenuante battaglia legale per l’affido dei bambini, vinta alla fine di Jacqueline. Sebbene l’attimo di felicità e il rientro alla vita “occidentale” Bahrim non ha intenzione di lasciarla in pace.
La terza e ultima parte Pascarl parla del reinserimento suo e dei suoi figli alla vita normale. Tra lavoro casa e scuola i tre sono finalmente sereni, e Jacqueline prova a frequentare altri uomini ma con diffidenza ; l’amore arriva con Ian Gillepsie e i due si sposano formando con i rispettivi figli una felice famiglia allargata: finalmente la tanta e sospirata felicità a cui Jacqueline ambiva per lei e i suoi figli attesa da una vita era arrivata. Ma Bahrim è in agguato, fingendo di voler riallacciare i rapporti in maniera pacifica per il bene dei bambini . La situazione ha in realtà secondi fini: egli infatti progetta di rapire i suoi figli per vendicarsi. Il piano ha successo e Jacqueline, ormai a pezzi tenta in tutti i modi di ritrovare i suoi bambini.
Il libro finisce così, col finale sospeso. In realtà Jacqueline, a cui figli le sono stati rapiti nella prima metà degli anni ’90, può riabbracciarli solo nel 2002 quando i due ragazzi hanno ricostruito la loro vita nuovamente in Malesia.
Consigliabile la lettura di questo libro che tratta tematiche profonde e talvolta dure come la sottomissione della donna nelle culture islamiche e violenze su minori. La triste storia di Jacqueline merita di essere letta proprio per immedesimarsi in questa donna che ha lottato e sofferto tanto ma che ancora vive la speranza in lei.

Ci vediamo la settimana prossima !

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